Durante la vendemmia, colta l’uva,la prima fase consiste nel farla uscire dalla vigna. Non è una cosa tanto semplice, perché, nella maggior parte dei vigneti, i filari di viti sono troppo accostati per consentire il transito di un carretto, per cui il trasporto può avvenire soltanto manualmente. Nei vigneti a forte pendenza si usano panieri che vengono caricati su traini o carriole e issati a braccia o con l’aiuto di un verricello a motore Nelle Cinque Terre (Liguria), ad esempio, le donne trasportano i panieri tenendoli in saldo equilibrio sulla testa, secondo un uso millenario. Viene spesso impiegata la gerla, e da moltissimo tempo poiché la troviamo in quasi tutte le scene di vendemmia medioevali. Il recipiente più in uso è però ancora la bigoncia, la grande tinozza di legno portata a spalla da due uomini, alla maniera dello scudo sul quale si sollevavano i re francesi. I recipienti sono generalmente di legno o di vimini, raramente di ferro, perché questo metallo è il peggior nemico del vino:
Oggi hanno fatto la loro comparsa le materie plastiche e l’alluminio. In via di principio, è preferibile usare recipienti piccoli perché l’uva, in massa eccessiva, si schiaccia e esprime una parte del succo prima di giungere al torchio. L’ideale sarebbe che l’uva giungesse intatta al torchio, la qual cosa eliminerebbe ogni rischio di ossidazione e di fermentazione prematura. Una grande cooperativa francese del sud-ovest procede ormai al lavaggio e all’asciugatura dell’uva prima della torchiatura, e il miglioramento ottenuto è stato notevole. In materia di vini superiori, la faciloneria è nemica della qualità. [1-click-image-ranker]The post Il trasporto della vendemmia appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/trasporto-della-vendemmia/
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In pizzeria beviamo una gran quantità di birra e Coca-Cola. Ma chi ci dice che con la pizza non possiamo abbinare il vino? Facciamo un esempio Se portiamo in tavola un piatto con gli stessi ingredienti con cui abbiamo fatto la pizza (ad esempio con il prosciutto crudo,con il salame piccante, con i funghi trifolati o con le acciughe salate) accompagnato con del pane caldo, non si potrebbe utilizzare del vino? Ma allora perché in pizzeria ci sono pochissime persone che lo bevono? Ovviamente non ce niente di male a bersi una birra,ma i vini rossi giovani, i rosati e i bianchi beverini accompagnano piacevolmente quasi tutte le pizze. La pizza Margherita o quella con le acciughe si abbina perfettamente con un vino bianco secco, fresco e leggero. La pizza con il prosciutto(cotto o crudo)la si puo provare ad abbinare con un vino rosé. La pizza con il salamino piccante la si puo abbinare perfettamente invece con un bicchiere di vino rosso giovane di medio corpo. La pizza ai quattro formaggi la si puo gustare con un vino bianco morbido. The post Pizza e vino come abbinarli? appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/pizza-e-vino-come-abbinarli/ C’è chi dice che col riso si debba bere solo acqua, ma francamente pare una sciocchezza.Molto meglio rispettare il motto che assicura che “il riso nasce nell’acqua e muore nel vino”. A determinare la scelta della bottiglia di vino sono i condimenti, i sughi o gli aromi utilizzati nella preparazione del risotto o della minestra di riso. Cominciamo con i risotti. Il caso in genere più semplice è quello del risotto cucinato col vino I risotti a base di verdure o di legumi si caratterizzano in genere per una notevole delicatezza (si pensi al risotto con i piselli). In questo caso in genere la scelta migliore sembra essere quella di un bianco leggermente aromatico, non particolarmente impegnativo: ce ne sono di eccellenti in Alto Adige e nel Trentino:
ma anche in molte altre regioni italiane (si pensi ad esempio ai vari Riesling, oppure al Tocai italico). I risotti con i funghi sono fra le delizie della cucina autunnale: in genere si sposano a meraviglia con un vino rosso Merlot (ce ne sono di ottimi nel Triveneto). Dai funghi ai tartufi il passo è breve: in questo caso la tradizione piemontese offre buoni abbinamenti con la Barbera o col Dolcetto. I risotti con i salumi appartengono a molte tradizioni regionali. Diffusissimo in area padana, pur in molte variegate versioni, è per esempio il risotto con la pasta del salame. Sono risotti da sapori rustici, decisi, robusti, più o meno untuosi e per gusto vogliono la compagnia di vini rossi d’un certo carattere, vini che se abbastanza giovani: dal Bardolino al Raboso del Piave, dalla Bonarda dei Colli Piacentini alle varie tipologie piemontesi di vini dolcetto, Senza contare ovviamente le tradizioni regionali: il risotto alla pilota, un classico della cucina mantovana, vuole il Lambrusco Mantovano, vivace e rosso cupo. Altra tipologia di risotti è quella col pesce o coi frutti di mare. In questo caso la ricchezza di sapori e di profumi del piatto fa pensai P a dei vini bianchi d’una certa struttura, come possono esserlo un Lugana o un Verdicchio dei Castelli di Jesi in versione superiore, oppure un Tocai o uno Chardonnay friulani (ma le casistiche possono essere parecchie: si pensi ai bianchi siciliani o campani, in genere perfetti con questo genere di risotti). Le minestre di riso in genere sono piuttosto delicate e vogliono quindi dei vini bianchi leggeri non troppo profumati. The post Come abbinare il Vino ai risotti? appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/come-abbinare-il-vino-ai-risotti/ Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo. Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone. Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine. Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato. L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola. Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi. Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino. Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è. Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia. Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche. Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta. Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago. Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune. Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
enere e gli accentua il profumo di marasca. La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili. Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato. Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona. Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un vino dolce, il Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca. Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino. In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison). Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato). Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
The post Vini del Veneto appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/vini-del-veneto/ Un ottimo servizio alla tradizione di un connubio tra vini e arte culinaria fu fatto nella famosa lettera di Sante Lancerio, scritta nel 1559 al Cardinale Guido Ascanio Sforza intorno alla natura e qualità dei vini e idoneità ad accompagnarsi alle varie vivande. Mi sembra estrosa documentazione riprendere un capitolo dedicato ad un antico vino campano. «Il Greco di Somma viene alla Ripa Romana dal Regno di Napoli, dalla montagna di Somma, distante da Napoli 12 miglia. Questi sono vini molto fumosi e possenti, et a tutto pasto si potranno bere ma offendono troppo il celabro, massime alli principii, ma ci sono delli stomachevoli e non fumosi et odoriferi. A voler conoscere la loro perfezione bisogna siano non fumosi e vogliono avere colore dorato, stomachevole et odorifero. Tal vino ama assai la chiara, più che altra sorta di vino. S.S. usava di continuo beverne ad ogni pasto, per una o due volte, quando era nella sua perfezione, et ancora ne voleva nelli suoi viaggi, sì perché tale vino non pate il travagio, sì perché ne voleva per bagnarsi gli occhi ogni mattina et anco per bagnarsi le parti virili, ma voleva che fosse di 6 o 8 anni, che era più perfetto». The post Il cardinale Sforza che Abbinamenti del vino faceva? appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/abbinamenti-del-vino-nella-storia/ L’Italia è il più forte Paese vinicolo del mondo.L’italia ha una produzione di vino media annua di oltre settanta milioni di ettolitri supera la Francia ( sessanta milioni), la Spagna (trentuno), l’Argentina ( ventidue), l’Unione Sovietica (diciotto). La produzione italiana è per due terzi di vini comuni, per il rimanente di vini fini. A seconda delle particolari caratteristiche, i vini vengono raggruppati in quattro grandi famiglie:
I primi si dicono vini da pasto per la proprietà che hanno di accompagnare il desinare dalla minestra alla frutta. Sono da pesce certi vini bianchi e i vini rosati capaci di sposarsi, con il loro gusto acidulo, al sapore fresco delle carni ittiche e al salato degli antipasti. Nella categoria dei vini d’arrosto entrano i vini rossi di nobile stoffa, asciutti, dotati di buon profumo e di giusto tenore alcoolico, con le suddette qualità armonicamente dosate in modo che nessuna prevalga sulle altre; si servono con le carni arrosto e con la selvaggina. Alla quarta famiglia appartengono i vini dolci, i vini liquorosi e i vini spumanti. Contrassegno peculiare dei vini è il profumo che può essere di fiori o di frutta, semplice o composto. Oltre al profumo alcuni rivelano particolari aromi; il complesso di odori prende il nome di ” bouquet “. Rispetto al tenore zuccherino, l’aggettivazione va dal secco o asciutto – il primo si usa per i vini bianchi, il secondo per i vini rossi – all’amabile, all’abboccato, al vino dolce; la qualifica di ammandorlato si attribuisce al vino rosso in cui il dolce e l’amaro risultano perfettamente fusi. Vino Fresco e acidulo designano il grado dell’acidità, mentre la parola vena indica una sottile deviazione del sapore principale verso sapori secondari. Tutti i vini con vena amara sono stomatici, esercitano cioè un’azione stimolante sulla mucosa gastrica; ci sono poi dei vini rossi, di tipo longevo, che producono effetti gerontologici.
I bianchi e i rosati, come regola generale, sono più afrodisiaci dei rossi. The post I vini Italiani appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/i-vini-italiani/ C’è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusivamente acqua e non il vino. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaggina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: Per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un giovane e leggero, entrambi serviti freschi. Con un semplice ragù di carne basta un vino rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un vino rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei vini bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi può sposarsi con un vino rosato o con un vino rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei vini rossi maturi (anche- particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) e dei suoi abbinamenti con i vini nè parliamo in altri articoli del sito. The post Vino e Pasta asciutta quali abbinamenti? appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/pasta-vino-abbinamento/ Relativamente al Vino e ai sommelier un altro memorabile scritto miliare per la tradizione culinaria italiana è dovuto a Domenico Romoli detto il Panunto nella sulla Singolar dottrina scritta nel 1560 dove, nel dodicesimo libro, troviamo
Ecco il capitolo cosiddetto «del bottigliere»: «Non vorrei io ricever biasmo in voler dimostrarvi quanto il bottigliere vi abbia a servire, dipendendo il suo officio dal coppiere, per dir cose così sapute da ognuno: pur vo’ dirvi che quando per ordine vostro sarà servito alcun convito ad istanza del vostro Signore, allora gli comanderete e ordinerete la quantità dei vini e le sorti di essi, rossi, bianchi, dolci e bruschi. facendogli sapere qual prima e poi egli abbia a servire. Il primo, essendovi meloni o insalata, sarà vin Greco o Salerno bianco; l’invernata, malvagia, moscatello o vernaccia: in su gli antipasti o alessi, vini bianchi e piccolini; in su gli arrosti, vini rossi e mordenti: nei frutti Ippocrasso, Magna guerra o Salerno rosso o dolce. Di tutto questo vi avrà a servire il bottigliere; niente di meno bisogna che in quell’ora ch’el credenziere apparecchierà. e parata la sua credenza, gli apparecchi e pari la sua tavoletta polita della bottiglieria con la sua tovaglietta bianca, coperta di flori e di verdure, facendo mostra di tutti i suoi bicchieretti e caraffine polite e altri vasi di cristallo e di argento, aspettando l’ora del suo servigio. Della coppa, bicchiere ed altri vasi che servono per la bocca del vostro padrone, non se ne faccia mostra fino a tanto che egli si sia posto a tavola. Io sono sforzato di uscire alquanto di proposito. Se vi ricorda, io vi dissi che volendo saper comandare, vi bisogna di saper fare, e così come a un coppiere e botti-slie- The post Il bottigliere del vino nella storia appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/il-bottigliere-del-vino-nella-storia/ Il coppiere..cioè il «sommelier» d’altri tempi.Leggiamo qualcosa al riguardo su questo per interesse letterario più che per interesse eno-gastronomico :
Di minor interesse risultano, ai fini di una storia del connubio cibi-vini, le opere e le consuetudini riportate da Bartolomeo Taegio (De l’humore del 1564), da Vincenzo Cervio (ne il Triciante del 1581), da Andrea Bacci (.Slorin naturale dei vini del 1596), dallo stesso Francesco Redi nel Ditirambo di Bacco in Toscana Nel 1797 troviamo una lista dei vini a conclusione del volume di Francesco Leonardi L’Apicio moderno, un autore già conoscitore delle cucine classiche europee per aver servito come cuoco Caterina II di Russia. The post Il coppiere o Sommelier d’altri tempi appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/coppiere-sommelier/ Il passaggio dell’alcool nel sangue avviene in un tempo variabile da 30 minuti a 2 ore, a differenza degli alimenti solidi o semiliquidi, non produce riserve nell’organismo ma ne può provocare indirettamente la formazione favorendo l’economia degli zuccheri e dei grassi. Sappiamo tutti, infatti, che il vino col suo contenuto alcolico favorisce la digestione, accelera i Nelle persone anziane il vino stimola il ricambio organico; esso non rappresenta soltanto il «latte dei vecchi», La facilità con cui il vino viene metabolizzato nell’organismo lo rende valevole nella dieta per gli anziani, soprattutto perché il suo assorbimento non richiede alcuna digestione. In piu la somministrazione di vino nei malati anziani – e anche nei giovani – provoca tra l’altro la diminuzione di deposito nelle arterie del calcio e del colesterolo. Agli anziani costretti a letto per lungo tempo da infermità e costantemente in pericolo di complicazioni, il vino può efficacemente prevenire le infiammazioni polmonari. The post Quanto permane il vino nel nostro organismo? appeared first on Wine Shop Online. via Wine Shop Online https://online-wine-shop.com/quanto-permane-il-vino-nel-nostro-organismo/ |
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